Anne Gillis + freddie Murphy
Cripta747 e Mattia Capelletti presentano il debutto assoluto in Italia di Anne Gillis, che presenta la performance Brouhas-_, e la nuova performance sonora di freddie Murphy, The Night Shows No Dawn.
Sussurri, fusa, ruggiti, sospiri e lamenti. Attraverso la voce, prima e aldilà del linguaggio, esprimiamo emozioni allo stato grezzo. Ma queste modalità di espressione viscerali non sono solo manifestazioni di un furore primordiale. Proprio in virtù della loro meccanicità, grazie al loro esprimere le verità del corpo malgrado i tentativi di controllo operati della ragione, queste voci parlano di qualcosa di squisitamente umano e che allo stesso tempo lo eccede, di uno spazio intimo che può essere anche universale.
Nella cornice evocativa di San Pietro in Vincoli, primo cimitero di Torino, Anne Gillis e freddie Murphy presentano due live accomunati dal registro espressivo della voce preverbale, impiegata per suscitare differenti stati emotivi.
L’artista, musicista e performer Anne Gillis è una figura leggendaria della scena francese che negli anni ‘80 esplorava territori al crocevia tra post-punk, industrial e sperimentazione. Con Brouhas-_, suo debutto assoluto in Italia, Gillis mira a trasmettere l’immagine sonora del corpo come “macchina” i cui meccanismi fisiologici producono chi siamo, e un “giardino segreto”, personale e universale allo stesso tempo. Lo fa con i mezzi espressivi che hanno caratterizzato la sua pratica sonora fin dagli albori: loop di cassette, oggetti trovati e la sua voce.
freddie Murphy, sound artist e storico membro del (defunto) progetto sperimentale Father Murphy, presenta per la prima a volta a Torino la sua nuova performance The Night Shows No Dawn. Un’esplorazione sonora delle pratiche del lamento funebre, The Night Shows No Dawn lavora sui dispositivi formali utilizzato da molte culture per esprimere e contenere le emozioni del lutto. Nella performance Murphy utilizza il respiro come suono che rende il lutto un atto collettivo. Da questa prospettiva, TNSND è un forma di lamento che aiuta ad accettare non solo le perdite del passato ma anche quella del futuro, suggerendo che alla notte non seguirà alcuna alba.